Luciana Luppi, il saluto della SIAD ad una prolifica e interessante testimone della drammaturgia italiana contemporanea

“La vita, questa sconosciuta” è una raccolta di poesie, scritte in diverse età, in diversi anni e tempi storici, da Luciana Luppi, scomparsa prematuramente il 9 giugno scorso,

Luciana Luppi con Massimo R. Beato

nell’alternarsi delle onde della vita e nell’ambiguità dei suoi contrasti che ne evidenziano l’eterno mistero. Scrutando più o meno inconsciamente, lo spazio della non creazione, quel vuoto sacro che ci turba e ci attrae e ricordando quell’aforisma francese che ci rammenta come tutto venga rimpiazzato, nell’assoluta indifferenza del Cosmo, la poesia rappresenta la libertà dall’ossessione del pensiero, da non confondere con l’intelletto e l’esplosione di quello che vediamo con la vista interiore. È un sentiero per ritrovare l’anima del mondo, in un’epoca particolarmente inaridita dal “dio denaro”, dalla corsa al potere e dall’invasione di una tecnologia esasperata e, per questo, spiritualmente involutiva. E se qualcosa resterà di noi, dopo la nostra fine, non sarà nulla di materiale, ma sarà quell’aura personale e irripetibile di vivere la vita nel suo magico labirinto: affetti, amori, gioie, dolori e sensazioni che la poesia riverbera, disperdendosi nel vento dell’ultima illusione.

Luciana Luppi, dopo essersi diplomata all’Accademia dei Filodrammatici di Milano, dove è nata, debutta come prima attrice giovane, nella Compagnia Goldoniana, continuando a lavorare per anni in diverse Compagnie primarie e sperimentali, in testi moderni e classici. Tra l’altro, partecipa al Cabaret Milanese, lavora al Teatro Greco di Siracusa, al Piccolo Teatro di Milano diretta da G. Strehler nell’“Arlecchino servitore di due padroni” e altro.   Durante la frequentazione della facoltà di lettere a indirizzo teatrale, all’Università “La Sapienza” di Roma, viene ammessa a uno dei corsi di scrittura drammaturgica, diretti da Eduardo De Filippo, che sceglie il suo trattamento per scrivere insieme la commedia “L’Erede di Shylock”, pubblicata da Einaudi, rappresentata sia in Italia che in Francia (Compagnie du Lys) e sulla quale è stata sostenuta una tesi da Nunzia Negri, all’Università di Siena. Accanto al lavoro teatrale, sia come attrice che come drammaturga, rappresentata da varie compagnie in Italia e all’estero (Francia – NewYork – Currican Theater e Nat Horne Theatre di off Broadway-  Teatro delle Belle Arti di Madrid), ha sempre mantenuto vivo anche l’amore per la poesia, ricevendo durante gli anni, diversi riconoscimenti, tra cui il prestigioso “Premio Palazzeschi”.

Si unisce al ricordo di Luciana Luppi, Luigi Lombardi Satriani cui, quale presidente SIAD, rende omaggio come autrice di testi di grande validità.